La formazione in materia di anticorruzione, che la legge 190/2012 (cd Legge Severino) impone come obbligatoria, deve rendere consapevoli i dipendenti che le misure di prevenzione e repressione della corruzione non sono un procedimento parallelo ad ogni altra funzione istituzionale, bensì configurano il nuovo modo di svolgimento delle funzioni amministrative.
L'etica pubblica non è più affidata alla sensibilità individuale, ma a comportamenti di trasparenza e integrità imposti come obbligatori oltre che dalla legge, soprattutto dai codici di comportamento e dai piani anticorruzione.
La mancata applicazione della legge e dei codici di comportamento e dei piani anticorruzione, arriva persino ad incidere sulla legittimità dei provvedimenti finali: basti pensare alla violazione dell'obbligo di astensione o alle illegittimità/nullità di atti e pagamenti in caso di violazione degli obblighi di pubblicazione.  
La conoscenza dei comportamenti corretti diventa perciò strumento principale di prevenzione e repressione della corruzione: un dovere dei dipendenti, ma anche un loro diritto, soprattutto in caso di assegnazione alle aree a più elevato rischio di corruzione per legge o in base al PTPC dell'ente.